Verde

Le piante nella Milano che vorremmo

Un elenco delle peculiarità delle piante sarebbe molto lungo.
Alcune caratteristiche le abbiamo ben presenti, perché le sfruttiamo da sempre e rispondono ai nostri bisogni di esseri umani.
Per esempio, che il legno sia il miglior materiale da costruzione per leggerezza, flessibilità e resistenza è noto, ma questa qualità alle piante porta solo svantaggi e quasi nessuna riconoscenza da parte nostra.

Ci sono azioni che sanno compiere quasi solo le piante, azioni fondamentali per tutti i viventi e per la Terra stessa come produrre ossigeno e sostanze alimentari, favorire il ciclo dell’acqua, ridurre le temperature, mitigare i forti venti e tante altre, magari ancora sconosciute.

Per tutto ciò le piante meriterebbero rispetto, se non venerazione.

Eppure non è così.

Milano. Foto di Babak Habibi su Unsplash

La “cecità alle piante”, fenomeno scientificamente provato, le rende praticamente invisibili a molti, comunque non osservate, conseguenza dell’essere percepite come immobili, non pericolose, non degne di quell’attenzione che noi, esseri mobili, poniamo da sempre alla sicurezza dello spostarci senza essere feriti o mangiati.

Le dinamiche cui sono sottoposte le piante in città derivano da queste due realtà:
loro non riescono a spostarsi se si trovano nel posto sbagliato (anche se in verità non sono completamente immobili)
e noi non le guardiamo con sufficiente attenzione per valutare il loro stato di benessere.

Per mediare tra questi due estremi, nell’ottica di produrre cultura ambientale, il nostro Circolo propone attività, serate, passeggiate per coinvolgere chi ci segue verso i seguenti obiettivi:

  • migliorare la conoscenza delle piante
  • aumentare l’attenzione nei loro confronti
  • salvaguardare gli spazi loro concessi
  • limitare gli interventi di potatura alla sola necessità e a opera di professionisti certificati
  • sostenere soprattutto i nuovi impianti in caso di siccità prolungate

Ancora una volta l’elenco potrebbe, dovrebbe proseguire.

Le piante nella nostra Milano le vorremmo osservate, riconosciute, se necessario aiutate, non maltrattate.

Per ogni albero andrebbero garantiti, come avviene in altri paesi europei, quei 50 metri cubi di suolo per preservare le radici, la stabilità e gli scambi, ancora parzialmente sconosciuti, che avvengono tra le radici stesse e molti microrganismi.
Questo spazio dovrebbe essere ritenuto inviolabile, non oggetto di scavi, compattamenti o accumuli vari.

Perché le piante in un luogo alieno e ostile, come può essere la nostra città cementificata, calda e frenetica, rilasciano gratuitamente tranquillità e rappresentano una o meglio “la soluzione” ai problemi creati dal cambiamento climatico.

È doveroso riconoscere il debito che abbiamo nei loro confronti, senza di loro non saremmo apparsi sulla terra e non potremmo sopravvivere, perché non sanno chiedere, perché glielo dobbiamo.